Dentro l'atmosfera un aereo riesce a superare il suo peso e quindi a decollare e a sostenersi in aria perchè ha delle superfici di controllo che ne sfruttano la portanza. La portanza supera il peso dell'aereo al Vr (velocità di rotazione) e l'aereo ruota in modo tale che le ali si dispongano nel giusto angolo di incidenza atto a ricevere la portanza, cioè il flusso d'aria sotto le ali.
Al V2 la velocità dell'aereo è tale che la portanza è più efficiente del peso, allora il mezzo si stacca dalla pista e può sostenersi in aria. Se l'aereo non sviluppa il V2 ma va ad una velocità inferiore si ha lo stallo, che si genera non solo quando le ali dell'aereo superano l'angolo di incidenza dell'aria e non sono più portanti, ma si può avere anche quando estendendo al massimo i flapperoni sotto le ali si interrompe VOLUTAMENTE la portanza.
Naturalmente è un esperimento da non fare in volo reale ma solo in simulato per capire come volano gli aerei.
Il volo spaziale invece, se si prescinde dalle leggi della meccanica che gli altri ti hanno già spiegato e molto probabilmente di cui non hai capito un fico secco, a meno di avere degli studi di fisica, volendolo spiegare a PAROLE e non con la prosopopea delle formule matematiche, che serve solo a far sentire in imbarazzo chi chiede una spiegazione semplice, è un volo di tipo INERZIALE.
Nello spazio non c'è aria, come giustamente hai detto, quindi non abbiamo un mezzo per sviluppare PORTANZA, allora come si fa?
Si sfrutta il principio di azione e reazione per generare un'accelerazione dell'astronave e poi si spengono i motori. A quel punto l'astronave sarà in volo inerziale, vale a dire manterrà la velocità impressa dai motori fino a quando non applicheremo un'altra forza per deviarne la traettoria o per frenarla, e questo accade proprio perchè non essendoci un mezzo, non c'è ATTRITO, non c'è RESISTENZA all'aria quindi la spinta che noi le diamo può continuare in eterno fino a quando non applichiamo un'altra forza, con un'altra accensione.
Distinguiamo i motori di assetto, che sono dei retrorazzi che servono a cambiare la posizione dell'astronave, e i motori orbitali, che una volta accesi possono accelerarla o frenarla a seconda delle esigenze.
Al rientro dello shuttle si usano i motori orbitali per l'accensione di deorbit e poi l'atmosfera farà da freno. Man mano che lo shuttle scende di quota, l'aria si fa più densa fino a quando avrà portanza sotto le ali, a quel punto userà le superfici di controllo come un aliante, veleggiando fino a planare ed atterrare.